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20 marzo 2017
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Genova – 8 Marzo 2017 il portone del Centro Antiviolenza Mascherona rimane chiuso perché aderisce allo Sciopero Globale delle Donne, organizzato all’interno del percorso Non Una di Meno. Lanciato dalle donne argentine, lo sciopero si è diffuso a livello internazionale raccogliendo l’adesione di oltre 30 Paesi al grido di “Se le nostre vite non valgono, non produciamo”. In Italia forte è stata la spinta dai centri antiviolenza che, insieme ad associazioni, collettivi femministi e queer, singole e singoli, l’8 marzo riempiranno le piazze e le strade. A Genova è previsto un corteo serale che partirà alle 18 da Porta dei Vacca e attraverserà il centro storico.
“La scelta di chiudere il centro è stata un po’ sofferta ma allo stesso tempo condivisa.” – afferma Manuela Caccioni, responsabile del CAV Mascherona – “In 10 anni di attività abbiamo sempre garantito e mantenuto l’accoglienza per non penalizzare le donne che del centro hanno bisogno. Questa volta, in quanto sciopero globale delle donne, riteniamo che sia diverso. Da mesi sensibilizziamo il territorio e invitiamo tutte le donne a fermarsi e dunque noi per prime, in quanto donne, vogliamo fermarci.”
Il cellulare del Centro rimarrà attivo per le emergenze al numero 3491163601.
Il portone del Centro Antiviolenza, ogni anno, viene attraversato da centinaia di donne che chiedono di essere ascoltate e sostenute nella loro lotta per far valere i propri diritti e per liberarsi dalla violenza. “Nel 2016 abbiamo accolto 359 donne che avevano bisogno d’aiuto. Abbiamo dato loro supporto psicologico, pedagogico, legale e, in alcuni casi, le ospitiamo in strutture protette. Svolgiamo progetti di sensibilizzazione nelle scuole e nelle carceri perché crediamo sia importante intervenire a livello sociale per cercare di prevenire il fenomeno della violenza contro le donne. Crediamo sia necessario un cambiamento culturale, politico e sociale reale e che la violenza di genere, essendo un fenomeno strutturale, non si può risolvere con interventi emergenziali. I percorsi con le donne vanno organizzati in modo strutturato ed è necessario che venga riconosciuto e finanziato il ruolo dei Centri Antiviolenza. Invece, negli ultimi anni abbiamo assistito a un cospicuo taglio dei finanziamenti pubblici che non permette una progettualità continuativa nella realizzazione delle nostre attività.